Lapide in via della Posta in ebraico e in italiano |
Alcune città italiane
hanno realizzato negli spazi di pertinenza comunale i cosiddetti “Giardini dei
Giusti”. Hanno risposta presente Brescia, Milano, Catania, Firenze, Roma,
Palermo, Rimini, Torino, etc
Livorno, nonostante una
comunità ebraica di grande lignaggio e anche oggi abbastanza nutrita, non ha
ancora partorito il suo “Giardino dei giusti” e forse non ci ha neanche
pensato. Eppure Livorno annovera tra i “Giusti delle nazioni” un grande
personaggio come Mario Canessa, medaglia d’oro al valor civile.
I giardini dei giusti,
si sa, sono delle succursali dell’unico e originario Giardino dei Giusti ( Yad
Vashem) di Gerusalemme, dove gli eroi non ebraici che salvarono gli ebrei hanno
avuto riconoscimento e riconoscenza.
Non credo sia difficile
creare anche a Livorno un giardino dei giusti in cui piantare degli alberi in
memoria di chi si sacrificò a favore degli ebrei. Forse si potrebbe fare anche
di più, ovvero creare un Parco della
tolleranza, che oltre al giardino dei giusti esprima un dovuto omaggio a
personalità che si sono distinte nel campo della tolleranza tra i popoli. Il
primo nome ( livornese) che mi viene in mente è Ilio Barontini.
Su un muro di via della
Posta c’è una lapide che ricorda come nel 1986 ebrei e cattolici abbiano
piantato un albero nella Fortezza nuova in segno di pace. Forse si potrebbe
fare lì, in quella suggestiva cornice, il parco della tolleranza ?
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