Un museo della
tolleranza a Livorno ? Perché no. L’importante è farlo a modo nostro, evitando
di spendere milioni di euro ( che non ci sono) come hanno fatto invece altre metropoli del mondo.
Il museo della
tolleranza di Livorno, se un giorno si farà, non dovrà seguire il solito
canovaccio di collezione e documentazione che spazia dall’olocausto al
razzismo. Il museo della tolleranza di Livorno come ho spiegato nelle pagine
statiche di questo blog non avrà muri e oggetti da collocare dentro. Il museo
della tolleranza di Livorno non sarà altro che Livorno stessa, con i suoi
musei, le sue chiese, cimiteri, teatri, e quant’altro, secondo l’elenco
presente nelle pagine statiche presenti sotto il titolo del blog. Perché Livorno
e forse solo Livorno ha una storia che è fatta di tolleranza tra i popoli e le
nazioni.
Elenchiamo quali
potranno essere i vantaggi di un tale museo:
- Costo quasi zero
- Presentarsi al mondo
come città della tolleranza e di eccellenze storico- culturali e religiose
- Attirare nuovi segmenti
di turisti, favorendo
progressivamente l’apertura a tempo continuato di luoghi altrimenti chiusi o
serventi ad orario ridotto.
- Cavalcare i flussi in aumento del turismo “cimiteriale” interessato soprattutto a visitare i cimiteri acattolici
- Creare un percorso
coerente e tematico e non dispersivo che
possa rendere più agevoli e soddisfacenti le visite dei turisti in città che si
dovranno concentrare sui 26 luoghi del museo
- Valorizzare una zona come San Marco, in progressivo decadimento
- Favorire la tutela e la
valorizzazione dei beni culturali inglobati nel museo, puntando a convogliare
i fondi disponibili sui 26 luoghi del museo
- Mostrare in toto il ridotto patrimonio pittorico ( i quadri del Vasari, della scuola di Giotto, il Beato Angelico) ridotto ma significativo della città
- Dare importanza a luoghi che sono sempre stati snobbati e che invece fanno parte di un percorso speciale che enfatizza soprattutto la stagione tardo rinascimentale e barocca dell’arte italiana ed europea.
- Certificare con il marchio “Museo della tolleranza” un patrimonio culturale ed artistico degno di nota che per quanto riguarda le chiese rappresenta una vera e propria immersione nell’architettura barocca.
- Creare feedback positivi da parte dei turisti, associando arte, architettura e cucina livornese
- Creare una nuova mentalità che, pur non negando che la crescita economica passa da altre scelte molto più delicate, seppellisce una volta per tutte l’adagio vernacolare: “ A Livorno non ci s’ha nulla, ma siamo tanto ignoranti”
Se queste parole vi
sembreranno poco serie o vi faranno ridere, considerate che ho scritto un libro
sulla storia delle burle.
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