Si tratta di un opera
realizzata in due momenti diversi e composta dalla statua in marmo di
Ferdinando I realizzata da Giovanni Bandini nel 1595 e dal gruppo scultoreo di
quattro statue in bronzo ( i cosiddetti “quattro mori”) eseguito da Pietro
Tacca nel 1626.
Il monumento avrebbe
dovuto celebrare le glorie di Ferdinando I e le imprese dei cavalieri di Santo
Stefano nella lotta contro la pirateria saracena. Ebbe alterne fortune, dal
momento che nel 1799 il generale Miollis, luogotenente di Napoleone Bonaparte,
aveva in cantiere di demolirlo, poiché lo giudicava contrario allo spirito
della rivoluzione francese. Alla fine desistè, ma i suoi soldati si portarono a
casa i trofei presenti sul monumento.
A differenza di altre
opere soprattutto architettoniche, si salvò dai violenti bombardamenti degli
Alleati soltanto perché fu trasportato fuori di Livorno, in luoghi più sicuri
come per esempio la Certosa di Calci.
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