Nuovo libro di Federico Zucchelli. Dopo i saggi per l'editore Scipioni, è uscito questo volume per i tipi de "Il seme bianco-Castelvecchi". Da leggere con interesse.
LIVORNO CITTA' DELLA TOLLERANZA
Blog di storia, cultura e turismo
lunedì 6 agosto 2018
"Sulla stupidità umana" di Federico Zucchelli
lunedì 18 aprile 2016
UN LIBRO SULLA STORIA DEI LIVORNESI
Un
libro sulla storia di livorno non manca nella biblioteca di molti
livornesi. Ma un libro sulla storia dei livornesi forse non era mai
stato scritto.
Finalmente
si potrebbe dire qualcuno l'ha fatto, anche se in incognito o
nell'anonimato. Niente si sa infatti del sedicente autore " Labronicus",
se non il fatto che sia necessariamente un livornese.
Per
chi ama la storia di un popolo diverso dagli altri, consigliamo la
lettura di questo piccolo saggio, impreziosito da un finale a sorpresa:
l'elenco di 100 primati che i livornesi hanno realizzato nella storia.
L'ebook puà essere scaricato gratis da questo link: LABRONICUS STORIA DEI LIVORNESI
Buona lettura.
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sabato 6 settembre 2014
QUANDO HOLLYWOOD RICOSTRUI' LA CITTA' DI LIVORNO
E' noto che la città di Livorno sia stata ricostruita in buona parte dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Nove anni prima, però, ci fu un'altra ricostruzione di tenore decisamente diverso. Gli studios di Hollywood nel 1936 misero in cantiere il film "Anthony Adverse", tradotto in italiano con il nome di "Avorio nero". Era tratto dal fortunato romanzo storico di Hervey Allen che aveva venduto più di tre milioni di copie in tutto il mondo.
Un kolossal di hollywood....Che c'è di strano ? Si domanderà qualcuno. In realtà la vera curiosità è che l'ambientazione iniziale e più importante avviene proprio nella città di Livorno, alla vigilia del'arrivo delle truppe napoleoniche. Siamo quindi alla fine del '700 e Livorno è insieme a Marsiglia il porto più importante del Mediterraneo. La produzione hollywoodiana, allora, ricostruisce la città labronica negli studi di Los Angeles, riproducendo il porto, la cupola della chiesa di Santa Caterina in Venezia e così via.
La casa di spedizioni di Mr. Bonnyfeather con dietro la cupola di Santa Caterina (dal film "Avorio nero") |
I protagonisti del film sono personaggi di fantasia ma che sarebbero potuti esistere nella Livorno del '700 in cui l'incontro tra popoli e nazioni e la tolleranza erano la regola. Vi è quindi il perfido mercante scozzese, il ricco ma corretto mercante inglese, proprietario di una casa di spedizioni (che con l'arrivo di Napoleone fugge all'estero), il console inglese, e via dicendo.
Avorio nero ( Anthony Adverse) vinse quell'anno 4 Oscar e fu uno dei film più importanti degli anni '30. Oscurato però dalla stella di "Via col vento" di tre anni dopo cadde nel dimenticatoio, anche se ancora tra il pubblico del web ha vari estimatori.
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domenica 31 agosto 2014
I 60.000 AUTOGRAFI CHE QUASI NESSUNO HA MAI VISTO
Tra i grandi tesori che la città di Livorno custodisce non si può passare sotto silenzio quello frutto del cospicuo lascito di Pietro Bastogi e figli.
Chi era Pietro Bastogi ? Basta andare su internet o sfogliare qualche enciclopedia cartacea o elettronica. Il livornese Pietro Bastogi è stato il primo Ministro delle Finanze dell'Italia unita, il fondatore della prima grande impresa del capitalismo italiano, la più antica tra quelle quotate in borsa e ancora operante nel 2014. Pietro Bastogi è stato uno dei tre banchieri italiani più influenti dell'800, fondatore e proprietario di una banca personale. Pietro Bastogi è stato inoltre uno dei fondatori della Banca d'Italia.
Grande passione di Bastogi era quella del collezionismo. Essendo molto ricco e potente ed entrando in contatto con personalità importanti di quel tempo non solo italiane ma anche europee e mondiali, ha potuto affinare molto bene questa passione. Con un altro livornese, il Mayer, si fiondò a Londra dove acquistò alcuni importanti manoscritti vergati da Ugo Foscolo. Alla fine riuscì a mettere da parte ( insieme ai figli) ben 60.000 autografi di personalità eccellenti dell'800.
Tutto questo non è andato disperso, ma si trova attualmente nella Biblioteca labronica di Livorno ( "autografoteca Pietro Bastogi"), in un luogo molto distante dai flussi turistici che oggi interessano la città.
E' forse venuto il momento di pensare ad una nuova e diversa collocazione di questo patrimonio unico ed eccezionale ?
sabato 23 agosto 2014
IL MUSEO ARCHEOLOGICO DI LIVORNO CHE NON RIAPRE PIU'
Intorno alla fine del 1800 a Livorno fu fondato il museo di "Paletnologia, archeologia e numismatica", fortemente voluto da Enrico Chiellini, che ne fu anche il primo direttore.
Il commendator Chiellini fu un esempio di livornese tipico dell'800, dedito agli affari e alla cultura. Garibaldino convinto, si offrì come volontario per entrare nel porto di Civitavecchia con una nave battente bandiera italiana, allo scopo di provocare la reazione delle autorità pontificie. Ma il re Vittorio Emanuele II lo fermò appena in tempo.
Si consolò allora con l'archeologia, commissionando uno scavo preso Santo Stefano dei Lupi ( odierno cimitero dei Lupi e aree limitrofe), dove trovò una serie incredibile di reperti archeologici e monete romane ed etrusche. Il suo obiettivo reale era comunque quello di riportare alla luce l'antica città romana di Turrita, localizzabile nei pressi di Porto Pisano e quindi a suo dire tra Stagno e via Provinciale Pisana.
Quel patrimonio archeologico, arricchito da altre donazioni di reperti egizi e cartaginesi, formò il primo nucleo del museo di Paletnologia, archeologia e numismatica di Livorno, che aveva sede presumibilmente in piazza Guerrazzi.
Durante la seconda guerra mondiale il museo fu chiuso e la collezione Chiellini fu trasportata presso la certosa di Calci, da cui ritornò soltanto nel 1972. Una parte delle monete antiche si possono ammirare adesso presso il Museo civico Giovanni Fattori, mentre il resto della collezione è chiusa in qualche stanza buia dei Bottini dell'olio. Da quel lontano 1945 nessun livornese l'ha più rivista nella sua completezza. Eppure si trattava di una delle collezioni archeologiche più belle della Toscana e dell'Italia.
Qualcuno lo vuole riaprire quel museo ?
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domenica 17 agosto 2014
BOOM DEI MUSEI MA NON DEL "FATTORI"
In quest ultimo mese si sente parlare di un vero e proprio boom dei musei italiani. Qualche giorno fà si registrava un aumento medio del 10% sia delle presenze che degli incassi, con punte più elevate per Pompei, il Colosseo e gli Uffizi. A Ferragosto il copione si è ripetuto.
Riguardo al museo civico "Giovanni Fattori" non si è sentito dire niente. Si sa soltanto dei suoi annosi problemi ed in particolare della sua difficoltà a far quadrare i bilanci. Si aggiungerà che tale museo non può essere paragonato ai templi dell'arte mondiale che si sono sopra menzionati. Questo è vero, ma nelle rilevazioni statistiche di questi giorni a fare la parte del leone, con un aumento del 50% delle presenze e degli incassi, è la Galleria nazionale di Parma, non certo il massimo museo della Penisola.
Pensare che a Livorno abbiamo un museo di serie C è sbagliato. Bisogna intanto valutare la qualità in base al prezzo che si fa pagare. Per soli 4 euro si fanno entrare i visitatori in un bel parco, si fa loro visitare una stupenda villa dell'800 e si fa loro vedere una collezione significativa di opere dell'800, oltre ad un'apprezzabile collezione numismatica.
I turisti che l'hanno visitato non si sono mai lamentati. Basta vedere le recensioni che hanno lasciato su siti come Trip advisor: sono tra le più alte per una città come Livorno. E allora c'è qualcosa che non torna. Il museo è bello ma nessuno ci va. Forse perchè pochi sanno che esiste e quindi andrebbe maggiormente pubblicizzato, Forse perchè ha un orario di apertura molto contenuto, in un momento in cui gli altri musei puntano all'apertura prolungata o continuata. Forse perchè non si possono scattare le foto, che farebbero conoscere un pò di più le buone opere d'arte presenti nel museo.
Si parla tanto di crocieristi. Ma se qualcuno di questi bussa alla porta del museo, come è successo, all'ora di pranzo, trova qualcuno che li apre ?
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sabato 9 agosto 2014
TURISMO, UN'OCCASIONE DA NON PERDERE PER LIVORNO
E' stata una buona occasione quella che Livorno è riuscita finalmente a cogliere. I crocieristi che hanno fatto il giro della città sono stati più di quelli che si pensava, nell'ordine delle 2000 unità e intorno al 15% del totale di quelli che sono approdati. Si tratta di una cifra ancora modesta nelle proporzioni, ma significativa per Livorno, schiacciata tra Pisa, Lucca e Firenze.
I crocieristi si sono mostrati soddisfatti per l'accoglienza e hanno lodato le bellezze della città, rimarcando però la troppa sporcizia presente nelle strade. Chi è competente provveda al più presto, anche perchè la città non deve essere soltanto a misura di crocierista ma anche a misura dei livornesi.
Si spera che la Livorno brava a mobilitarsi per gli eventi chic ( come sembra essere stato questo), trasformi l'eccezionalità in ordinarietà. Le strade devono sempre essere pulite e i negozi, almeno quando sbarcano le navi da crociera, non devono chiudere all'ora di pranzo.
Un ultimo appunto: il mercato centrale era chiuso, così come il santuario di Montenero e il museo Fattori, per non parlare di altre chiese del centro città. Perchè ?
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