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sabato 9 agosto 2014

TURISMO, UN'OCCASIONE DA NON PERDERE PER LIVORNO





E' stata una buona occasione quella che Livorno è riuscita finalmente a cogliere. I crocieristi che hanno fatto il giro della città sono stati più di quelli che si pensava, nell'ordine delle 2000 unità e intorno al 15% del totale di quelli che sono approdati. Si tratta di una cifra ancora modesta nelle proporzioni, ma significativa per Livorno, schiacciata tra Pisa, Lucca e Firenze.

I crocieristi si sono mostrati soddisfatti per l'accoglienza e hanno lodato le bellezze della città, rimarcando però la troppa sporcizia presente nelle strade. Chi è competente provveda al più presto, anche perchè la città non deve essere soltanto a misura di crocierista ma anche a misura dei livornesi.

Si spera che la Livorno brava a mobilitarsi per gli eventi chic ( come sembra essere stato questo), trasformi l'eccezionalità in ordinarietà. Le strade devono sempre essere pulite e i negozi, almeno quando sbarcano le navi da crociera, non devono chiudere all'ora di pranzo.

Un ultimo appunto: il mercato centrale era chiuso, così come il santuario di Montenero e il museo Fattori, per non parlare di altre chiese del centro città. Perchè ?

sabato 2 agosto 2014

LIVORNO ALLA PROVA DELL'ACCOGLIENZA




Ci risiamo. Giovedì 7 agosto altro sbarco di turisti. Forse 10-12 o addirittura 15 mila crocieristi prenderanno d'assalto la città in un momento in cui  in Italia si piange miseria per il turismo che non c'è, complice il cattivo tempo. 


Il precedente sbarco e quelli passati hanno confermato l'immagine di una città indifferente e sonnolenta, che non si degna neanche di lasciare aperti i negozi all'ora di pranzo. Anche questa volta il mercato centrale sarà off limits e anche da piazza Cavallotti non ci sarà orario continuato. La novità giunge però da piazza Grande e dalle vie limitrofe dove, grazie anche alla campagna del quotidiano "Il Tirreno", è sicuro che almeno 100 negozianti ( ad oggi) osserveranno l'orario prolungato.



Più scelta dunque per i turisti, più affari per i commercianti, più speranze per Livorno, che, nonostante gli errori del passato, rimane una città dell'accoglienza e della tolleranza. Se poi ci incastra anche fare qualche soldo....

domenica 20 luglio 2014

LIVORNO CITTA' DELLA TOLLERANZA COME NAPOLI





Il 7 Novembre 2012 il consiglio comunale di Napoli all’unanimità ha proclamato Napoli “ città della tolleranza, dell’accoglienza e della convivenza”. Anche Livorno avrebbe le carte in regola per fare la stessa cosa. Che cosa stiamo aspettando ?

sabato 19 luglio 2014

UN GIARDINO DEI GIUSTI ANCHE A LIVORNO

Lapide in via della Posta in ebraico e in italiano


Alcune città italiane hanno realizzato negli spazi di pertinenza comunale i cosiddetti “Giardini dei Giusti”. Hanno risposta presente Brescia, Milano, Catania, Firenze, Roma, Palermo, Rimini, Torino, etc
Livorno, nonostante una comunità ebraica di grande lignaggio e anche oggi abbastanza nutrita, non ha ancora partorito il suo “Giardino dei giusti” e forse non ci ha neanche pensato. Eppure Livorno annovera tra i “Giusti delle nazioni” un grande personaggio come Mario Canessa, medaglia d’oro al valor civile.
I giardini dei giusti, si sa, sono delle succursali dell’unico e originario Giardino dei Giusti ( Yad Vashem) di Gerusalemme, dove gli eroi non ebraici che salvarono gli ebrei hanno avuto riconoscimento e riconoscenza.
Non credo sia difficile creare anche a Livorno un giardino dei giusti in cui piantare degli alberi in memoria di chi si sacrificò a favore degli ebrei. Forse si potrebbe fare anche di più, ovvero creare un Parco della tolleranza, che oltre al giardino dei giusti esprima un dovuto omaggio a personalità che si sono distinte nel campo della tolleranza tra i popoli. Il primo nome ( livornese) che mi viene in mente è Ilio Barontini.
Su un muro di via della Posta c’è una lapide che ricorda come nel 1986 ebrei e cattolici abbiano piantato un albero nella Fortezza nuova in segno di pace. Forse si potrebbe fare lì, in quella suggestiva cornice, il parco della tolleranza ?



venerdì 18 luglio 2014

PERCHE' UN MUSEO DELLA TOLLERANZA A LIVORNO

Un museo della tolleranza a Livorno ? Perché no. L’importante è farlo a modo nostro, evitando di spendere milioni di euro ( che non ci sono) come hanno fatto invece  altre metropoli del mondo.
Il museo della tolleranza di Livorno, se un giorno si farà, non dovrà seguire il solito canovaccio di collezione e documentazione che spazia dall’olocausto al razzismo. Il museo della tolleranza di Livorno come ho spiegato nelle pagine statiche di questo blog non avrà muri e oggetti da collocare dentro. Il museo della tolleranza di Livorno non sarà altro che Livorno stessa, con i suoi musei, le sue chiese, cimiteri, teatri, e quant’altro, secondo l’elenco presente nelle pagine statiche presenti sotto il titolo del blog. Perché Livorno e forse solo Livorno ha una storia che è fatta di tolleranza tra i popoli e le nazioni.
Elenchiamo quali potranno essere i vantaggi di un tale museo:

  • Costo quasi zero
  • Presentarsi al mondo come città della tolleranza e di eccellenze storico- culturali e religiose
  • Attirare nuovi segmenti di turisti, favorendo progressivamente l’apertura a tempo continuato di luoghi altrimenti chiusi o serventi ad orario ridotto.
  • Cavalcare i flussi in aumento del turismo “cimiteriale” interessato soprattutto a visitare i cimiteri acattolici
  • Creare un percorso coerente e tematico e non dispersivo che possa rendere più agevoli e soddisfacenti le visite dei turisti in città che si dovranno concentrare sui 26 luoghi del museo
  • Valorizzare una zona come San Marco, in progressivo decadimento
  • Favorire la tutela e la valorizzazione dei beni culturali inglobati nel museo, puntando a convogliare i fondi disponibili sui 26 luoghi del museo
  • Mostrare in toto il ridotto patrimonio pittorico ( i quadri del Vasari, della scuola di Giotto, il Beato Angelico) ridotto ma significativo della città
  • Dare importanza a luoghi che sono sempre stati snobbati e che invece fanno parte di un percorso speciale che enfatizza soprattutto la stagione tardo rinascimentale e barocca dell’arte italiana ed europea.
  • Certificare con il marchio “Museo della tolleranza” un patrimonio culturale ed artistico degno di nota che per quanto riguarda le chiese rappresenta una vera e propria immersione nell’architettura barocca.
  • Creare feedback positivi da parte dei turisti, associando arte, architettura e cucina livornese
  • Creare una nuova mentalità che, pur non negando che la crescita economica passa da altre scelte molto più delicate, seppellisce una volta per tutte l’adagio vernacolare: “ A Livorno non ci s’ha nulla, ma siamo tanto ignoranti”


Se queste parole vi sembreranno poco serie o vi faranno ridere, considerate che ho scritto un libro sulla storia delle burle.